Due parole molto usate, ma alcune volte travisate. Entrambe sono fondamentali e importanti per la nostra società poiché la Memoria e la Storia sono elementi costitutivi del nostro presente, ed in genere è riconosciuto come sia proprio la conoscenza storica a consentire a tutti noi vivere una piena e consapevole cittadinanza. Questi due concetti, in prima battuta, potrebbero sembrare molto simili o addirittura identici a un ascoltatore poco attento e distratto, ma questo è un errore. Sì, sono due facce della stessa medaglia, ma la Storia e la Memoria sono intrinsecamente diverse tra di loro.
Iniziamo ad analizzare il dritto di questa medaglia: la Memoria. La memoria per sua natura è soggettiva e individuale, infatti rappresenta come un soggetto (una persona, una famiglia…) ha vissuto certi avvenimenti. Quindi questo fa cadere completamente il paradigma e lo slogan, troppo spesso ripetuto e decantato, che ci debba essere una memoria condivisa: la memoria non può essere condivisa proprio a causa della sua natura. Si potrebbe iniziare a parlare in alcuni casi di una memoria pacificata: i casi in cui la collettività è riuscita a trovare un sentire comune condiviso. Per aggiungere ulteriore carne al fuoco, è interessante introdurre il concetto di memoria collettiva, ideato dal filosofo e storico Maurice Halbwachs (1877-1945). Secondo lui la memoria collettiva è dialetticamente contrapposta alla memoria individuale, e si può forse rappresentare come l’insieme di memorie che si comporrebbero nella memoria che, per un gruppo sociale/religioso, uno stato…, dà un senso e spiega il presente in rapporto al passato e al futuro. La memoria collettiva è condivisa, trasmessa e costruita dal gruppo sociale, ma solo all’interno di esso e non universalmente.
Nella storia del nostro paese ci sono stati numerosissimi momenti di divisione e con i quali tutt’ora ci si divide: l’unificazione nazionale, le vicende relative alla Resistenza… È ovvio che la memoria di certi eventi vissuti da un partigiano possa essere molto differenti rispetto a quella di una persona che ha combattuto per la Repubblica Sociale Italiana. Quindi la memoria, se abusata e distorta, può essere vista come una trappola sempre in funzione e deve essere sempre trattata con cautela: ed è proprio qui che interviene la Storia, il rovescio di questa medaglia del passato.
Ovviamente esiste un legame con la Memoria, sennò staremmo parlando di due cose completamente difformi. La Storia si basa sulla memoria, ma non si risolve in essa poiché ambisce all’oggettività e all’universalità. La disciplina storica è il tentativo di ricostruire i fatti avvenuti nel passato, sottolineando le relazioni esistenti tra questi, andando ad analizzare il contesto ed attuando una seria critica delle fonti. Questo è il ruolo degli operai della storia, gli storici. Invece chi generalmente vuole strumentalizzare un dato avvenimento, per esempio, lo scorpora dal suo contesto, facendo finta di “dimenticarsi” di tutti gli eventi ad esso collegati.
Quindi dobbiamo ricordiamoci sempre di avere buona memoria, rammentando però che essa è parziale e non può descrivere tutta la realtà come invece tende a fare la storia. Quest’ultima apprezziamola e, soprattutto, per chi la studia come me, facciamola amare a più quante persone possibili, senza snaturarla né mercificarla.
Aggiungi commento